La Sindrome della capanna o del “prigioniero” è una sensazione mista di paura e incertezza. Purtroppo la condizione imposta di rimanere a casa per lungo tempo ha modificato le abitudini e la routine quotidiane. La nostra casa è diventata per settimane e mesi, il luogo dove ci potevano sentire al sicuro.
Per cui il ritorno alla “normalità”, in molti potrebbe generare ansia e stress, per il cambiamento che ci troveremo davanti. La Sindrome della capanna non è assolutamente un disturbo mentale, ma è associato a un periodo o a una condizione di disagio particolare, come in questo caso il Covid-19, determinato da un periodo di isolamento sociale. Al momento la Sindrome non è stata riconosciuta a livello scientifico, poiché manca di bibliografia.
La condizione che abbiamo vissuto, e che ancora oggi stiamo vivendo (in parte), di lockdown potrebbe generare la Sindrome, risolvibile da sola nell’arco di 2-3 settimane, ma in fase acuta, soprattutto per soggetti ipocondriaci o per coloro che già soffrono di fobie, se non trattata a livello psicologico potrebbe aumentare e creare disagi e incertezze.
I sintomi sono: stato ansioso, paura di contagiare o essere contagiati, calo del tono dell’umore, senso di soffocamento, paura ad uscire di casa, abituarsi nuovamente a odori e rumori o al semplice traffico della città. Questi sintomi elencati possono provocare irrequietezza, nervosismo e insonnia, segnali da non sottovalutare. Le cause possono essere diverse e a volte si tratta di meccanismi inconsci, di cui non c’è neppure piena consapevolezza.
Per evitare tutto ciò è opportuno ritornare alla “normalità” , in maniera graduale, in modo da affrontare il mondo a piccole dosi, senza aver paura. È opportuno fare dei piccoli passi un po’ alla volta prima di ritornare ai nostri ritmi frenetici. La condizione di lockdown non deve essere sottovalutata, poiché ci ha permesso di riflettere su noi stessi e riscoprire i valori familiari e le tradizioni.
Per cui ora è tempo di mettere in campo tutto ciò che abbiamo appreso durante la quarantena. In questo periodo, abbiamo fatto i conti con la nostra persona, ma anche su cosa è chi è importante nella nostra vita. Per definirla meglio, siamo persone resilienti poiché, nonostante tutto, abbiamo la capacità di fronteggiare e riorganizzarci in maniera positiva, dopo una situazione drammatica che porta sensazione di paura e incertezza.
Dr.ssa Adriana Orlando,
Psicologa clinica e penitenziario
Psicoterapeuta Sistemico Relazionale
Psicodiagnosta forense
Consulente Ctp/Ctu